La parola “femminicidio” è oggi, purtroppo, tristemente familiare. Stiamo,nostro malgrado, imparando a conoscerla perché essa indica l’omicidio delle donne, solo in quanto donne. La “violenza domestica” è la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 16 e i 44 anni: più degli incidenti stradali, più delle malattie. La violenza sulle donne, ormai, non è più un fatto privato, ma è una tragedia che ci riguarda tutti e, sopratutto, gli uomini.
Non sarà, probabilmente, un appello, né uno spettacolo, un documentario, un’inchiesta o un libro a fermare quella che sembra ormai una vera e propria strage delle donne.
Eppure scrivere, parlare, raccontare ancora le storie, i drammi, oggi più che mai, rappresenta un importante passo avanti per far comprendere questi fatti a chi ne è estraneo e per aiutare le vittime a ribellarsi e a salvarsi in tempo.
In Italia l’associazione no-profit “Senza veli sulla lingua”, fondata a Milano (ma con diversi sportelli d’ascolto in diverse regioni d’Italia, tra cui la Toscana con Prato) dall’avvocato anglo-italo-yemenita Ebla Ahmed nel 2013, in pochi anni, è riuscita a mettere al sicuro tantissime donne italiane e straniere maltrattate dai loro partner. Numeri che dimostrano, dati alla mano, che la violenza contro le donne, non ha né razza né religione, sfatando anche il luogo comune,che solo i musulmani tratterebbero male le donne.
«Nell’Islam la donna è sacra, se le donne nei paesi islamici si trovano in condizioni di inferiorità, è colpa della politica, non della religione. Io, infatti, sono la dimostrazione che esistono le musulmane emancipate», così la presidente Ebla Ahmed in diverse interviste rilasciate ai giornalisti o in televisione. Singolare il nome dato all’associazione, “Senza veli sulla lingua”, dove il velo non è un riferimento alla religione della presidente, ma rappresenta, come essa stessa ha dichiarato, «il simbolo del silenzio e dell’omertà di chi subisce le angherie del proprio partner senza fiatare. Ed è proprio questo velo che va sollevato e buttato via». Da sempre in prima linea contro la violenza di genere, la presidente Ahmed, attraverso la sua associazione garantisce un’assistenza «totalmente gratuita a 360 gradi».
Fonte: Giustizia & Investigazione

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