L’avvocato, al fine di assicurare la qualità delle prestazioni professionali, non deve accettare incarichi che non sia in grado di svolgere con adeguata competenza. L’avvocato deve curare costantemente la preparazione professionale, conservando e accrescendo le conoscenze con particolare riferimento ai settori di specializzazione e a quelli di attività prevalente. (artt. 14 e 15 del Codice Deontologico Forense)
AREE DI COMPETENZA
Alcuni esempi dell’attività svolta dallo Studio Legale A|R
- ricorso per separazione consensuale o giudiziale;
- ricorso per divorzio consensuale o giudiziale;
- ricorso per l’attribuzione della pensione di reversibilità;
- ricorso per ottenere una percentuale dell’indennità di fine rapporto;
- ricorso per la modifica delle condizioni di separazione o di divorzio;
- ricorso per l’affidamento, collocamento e mantenimento dei figli minori;
- ricorso ex art. 702 bis c.p.c. per il rimborso delle spese di mantenimento;
- ricorso ex art. 709 ter c.p.c.;
- ricorso per il sequestro dei beni del coniuge obbligato;
- ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno;
- ricorso ex art. 342 bis e seguenti c.c. – ordini di protezione;
- ricorso per la decadenza dalla responsabilità genitoriale;
- atto di citazione per il disconoscimento di paternità;
- istanza per il riconoscimento di figlio minore o maggiore di età;
- ricorso per la dichiarazione giudiziale di paternità;
- istanza per la nomina di un curatore speciale;
- istanza per l’apertura di un conto corrente per il minore;
- domanda di adozione di minori o maggiori di età;
- istanza per il cambio/aggiunta del nome o del cognome.
ADR – RISOLUZIONI STRAGIUDIZIALI
NEGOZIAZIONE ASSISTITA
E’ un metodo alternativo alla risoluzione del conflitto che viene attuato da due avvocati, uno per ogni parte, che consente di negoziare e mediare le reciproche posizioni e rivendicazioni, sia di natura personale che economica, per trovare una soluzione condivisa, che, quando ci sono figli, è quella che garantisce con maggiore soddisfazione la continuazione della relazione genitoriale anche dopo la separazione o il divorzio.
LA MEDIAZIONE
La mediazione familiare si basa sul riconoscimento della capacità di ognuno di uscire dallo schema difensivo e/o aggressivo in cui si è ingabbiato per arrivare comprendere i bisogni dell’altro e ad accoglierli in sintonia con i propri.
Tale percorso permette alle parti di vivere costruttivamente le loro conflittualità, e di riorganizzare la loro vita ritrovando benessere e serenità. I genitori saranno tali per sempre, anche se non potranno più essere coppia.
E’ possibile intraprendere un percorso in mediazione familiare per le coppie che abbiano deciso di separarsi o di divorziare, per quelle che si siano già separate e debbano rivedere i loro rapporti patrimoniali, sul mantenimento o sull’affidamento dei figli nell’ottica di imparare a comunicare in maniera costruttiva ed efficace.
Tale percorso permette alle parti di vivere costruttivamente le loro conflittualità, e di riorganizzare la loro vita ritrovando benessere e serenità. I genitori saranno tali per sempre, anche se non potranno più essere coppia.
E’ possibile intraprendere un percorso in mediazione familiare per le coppie che abbiano deciso di separarsi o di divorziare, per quelle che si siano già separate e debbano rivedere i loro rapporti patrimoniali, sul mantenimento o sull’affidamento dei figli nell’ottica di imparare a comunicare in maniera costruttiva ed efficace.
LA PRATICA COLLABORATIVA
La Pratica Collaborativa è un metodo non contenzioso di risoluzione dei conflitti, in particolare in ambito familiare. È un metodo che mette al centro le persone e i loro interessi, consentendo di individuare soluzioni aderenti ai bisogni particolari di ogni famiglia o di ogni coppia.
È un percorso che permette di affrontare tutti gli aspetti legati alla crisi familiare – quelli legali, ma anche quelli economici e quelli relazionali – in un clima di fiducia e trasparenza, con il supporto di professionisti altamente qualificati.
La pratica collaborativa rappresenta quindi una valida alternativa al procedimento giudiziale che, con i suoi elevati costi e dispendio di tempo ed energia, nella maggior parte dei casi, non offre una soluzione capace di risolvere i problemi delle persone.
La pratica collaborativa è un percorso che permette di raggiungere rapidamente e a costi contenuti una soluzione efficace e duratura, mantenendo come priorità il futuro dei figli e l’esigenza del cliente di vedere al di là della fine del rapporto di coppia.
È un percorso che permette di affrontare tutti gli aspetti legati alla crisi familiare – quelli legali, ma anche quelli economici e quelli relazionali – in un clima di fiducia e trasparenza, con il supporto di professionisti altamente qualificati.
La pratica collaborativa rappresenta quindi una valida alternativa al procedimento giudiziale che, con i suoi elevati costi e dispendio di tempo ed energia, nella maggior parte dei casi, non offre una soluzione capace di risolvere i problemi delle persone.
La pratica collaborativa è un percorso che permette di raggiungere rapidamente e a costi contenuti una soluzione efficace e duratura, mantenendo come priorità il futuro dei figli e l’esigenza del cliente di vedere al di là della fine del rapporto di coppia.
L’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO
Alcuni esempi di soggetti per i quali è possibile richiedere la nomina di un amministratore di sostegno:
- soggetti disabili
- alcolisti
- tossico-dipendenti
- soggetti colpiti da ictus cerebrale
- anziani
- soggetti affetti da handicap
- sordomuti e ciechi
- ammalati di Alzheimer
L’ amministratore di sostegno viene nominato dal Giudice Tutelare e ha il compito di affrontare problemi concreti come acquistare, vendere, affittare un appartamento, investire somme di denaro, riscuotere pensioni, apertura di conto corrente, presentare domande di invalidità etc.
Le persone che possono richiedere la nomina di un amministratore di sostegno al Giudice sono:
- il beneficiario (cioè la persona interessata)
- i familiari entro il 4° grado
- gli affini entro il 2° grado
- il Pubblico Ministero
- il Tutore o Curatore
- i responsabili dei servizi sanitari e sociali